La Chigina che non ti aspetti, incesto

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L u k e
view post Posted on 9/3/2010, 15:21




Mia madre era stata invitata alla prima comunione di una nipote. le servivo solo come autista ma poi riflettendo pensai che erano le sue uniche uscite e mi rassegnai ad accompagnarla; sapevo che il parentado era numeroso e speravo di agganciare qualche bella pollastrella vogliosa. sono cerimonie il cui vero motivo, è il ritrovare parenti che non si vedono da anni con scambio di fesserie o notizie sul parentado – soprattutto l’elenco dei morti -e in attesa dell’abbuffata del pranzo. mi ero rassegnato ad un noioso pranzo con decine di parenti per lo più sconosciuti. e poi i soliti complimenti ipocriti ai bambini “ma come sei diventato grande” oppure la più classica
“a scuola come va?" a cui rispondere con un semplice bene o accennare un sorriso.
solita cerimonia pallosa con calde lacrime dopo le foto di rito, arriviamo al ristorante e mia madre s’intrattiene con il parentado, poi mi presenta illustri sconosciuti. mi guardo in giro e non vedo altro che una banda di ragazzini che corrono da tutte le parti. i posti a tavola era già stabiliti con il nome penso in malafede per evitare litigi. ci accomodiamo; proprio di fianco a me c’era una mia cugina. la ricordavo insignificante ma era diventata una bella ragazza. ci salutammo quasi distrattamente. mi stavo già annoiando quando mia madre mi disse “guarda quella è anna dicono sia un cervellone, frequenta già l’università”; mi girai verso di lei e pensai fra me “carina è carina ma sarà la tipica santarellina tutto casa, chiesa e studio”. il pranzo continuò fra piatti e bevute all’insegna della noia. quando anna si alzò la guardai e le feci la radiografia. indossava dei jeans a vita bassa da cui spuntava l’elastico scuro del perizoma …pensai che per partecipare ad una cerimonia religiosa forse non era tutta casa e chiesa. era abbastanza alta, la maglietta bianca aderente lasciava vedere le forme dei seni belli ed abbondanti trattenuti a stento dal reggiseno a balconcino scuro come il perizoma.
i jeans le disegnavano il culo che non era possibile vedere da seduta; poteva essere un bel bocconcino. il pranzo si trascinava stancamente e dopo il dolce qualcuno se ne’andò . curavo i movimenti di anna. si alzò la guardai sculettare dirigendosi verso i bagni e la seguii anche necessità personale. entrai nel reparto uomini e la vidi che si sciacquava le mani, mi disse stizzita di uscire. le feci notare che era nel bagno degli uomini, lei doveva uscire. imbarazzata si scusò, le dissi di non preoccuparsi tanto eravamo solo noi due.
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entrai nel bagno e lei fece altrettanto. immaginando la sua bella fighetta nuda ebbi una bella erezione. uscimmo insieme e non feci niente per mascherare il cazzo in tiro, anzi finsi di non riuscire a chiudere la lampo i suoi occhi erano attirati dal rigonfiamento. per rompere il ghiaccio le dissi “che noia questi pranzi chiacchiere, mangiate, bambini che corrono... non potremmo andare in giardino?“
e m’incamminai. cominciò a farmi domande più audaci del tipo che ragazze mi piacevano, il posto più strano dove avevo scopato.
“non lo avevo mai fatto in posti strani mi piacerebbe farlo adesso nel bagno con una bella ragazza che indossa dei jeans, perizoma e reggiseno neri“ le presi una mano appoggiandola sulla mia erezione. la sua mano la palpò la strinsi e mentre la baciavo infilai una mano cercando la figa “ahh ma allora hai voglia, sei già bagnata“. ci baciammo sulla bocca, feci scendere lo zip, una sua manina strinse il cazzo scappellandolo…allargò le gambe e le feci un bel ditalino…si muoveva per farsi entrare il dito. le lingue si gustavano e le mani lavoravano.
Quel ditalino la fece godere e mi menava il cazzo. infilai un dito nel suo solco anale allargò le gambe, il mio dito cercò e trovò la figa, poi si abbassò mettendo la bocca sul glande scappellato e turgido, lo prese in bocca. andava su e giù tenendolo ben stretto con le mani. un mio dito le penetrò la figa e le sussurrai un orecchio “sei già bagnata lo vuoi dentro ti piacerebbe?“ la feci alzare, andammo in un bagno, le slacciai ed abbassai i jeans, apparve la sua fighetta pelosa. con la lingua le allargai le grandi labbra e giocai con il clitoride. s’irrigidì “come sei bravo, succhialo mi piace continua“. la mia lingua lavorava avidamente il clito ed i suoi gemiti mi eccitavano. si toccava i capezzoli e con l’altra mano accarezzava il cazzo, la cappella era paonazza, m’infilai il profilattico (non la conoscevo) mi sedetti, la feci sedere sulla mia asta rigida e la penetrai. urlò un po’ per il dolore che ben presto si trasformò in piacere. ”ti piace eh porcellina, sai come si lavora bene un cazzo ehhh“ mi venne sopra (meno male che avevo tolto i pantaloni) tolse il profilattico e si rimise in bocca il cazzo. non resistevo più e le inondai la bocca di caldo sperma, ingoiò tutto, per ricambiare il favore le leccai un’ultima volta la figa.
il suo viso sorridente era la miglior risposta
“ti è piaciuto, hai goduto?“ appoggiò la figa su una mia gamba sfregandosi, mi baciava, mi accarezzava e ricambiavo le carezze. la lasciai riprendere da quel violento orgasmo poi disse
“certo che se paragono come chiavi tu al mio ragazzo... lui non vale niente. dopo tre pompate sta già sborrando“ ci baciammo a lingua in bocca e questa volta lo fece con piacere.
“hai gli occhi che sembrano due gemme, ti ho fatto godere così tanto?“ mi buttò un bacio con le sole labbra “non hai un posto dove andare? ti vorrei ancora“ le dissi che dovevo portare a casa i miei vecchi. ”convinco i miei a dar loro un passaggio così staremo un po’ insiem “ e quando tornò “tutto sistemato“. la condussi nel mio pied–a–terre; quante scopate! il riscaldamento era accaso e senza dire niente ispezionò l’appartamento, si avvicinò e
“è proprio bello, piccolo ma essenziale“
mi sedetti in poltrona e venne in braccio infilai una mano sotto la maglietta accarezzandole la schiena, le slacciai il reggiseno: che belle tette! presi in bocca un capezzolo succhiandolo, mi offriva la tette le palpavo e succhiavo; il cazzo era in tiro , lo palpò da sopra i calzoni fece scendere lo zip e li sfilai. il cazzo era proprio davanti alla sua bocca, cercò di succhiarlo ma mi ritrassi. mi guardò sconcertata “perché?“ – “mettiti bene in ginocchio vedrai che ti divertirai “ le aprii le grandi labbra sfregando la cappella sulla vagina ”se fai così mi fai venire ancora più voglia“ le abbassai le spalle scostai la folta peluria il cazzo sparì in quella tana calda… la pompavo con penetrazioni lente e profonde. mi piaceva tenere in mano le chiappe belle sode e palparle ma ben presto si scatenò arretrando per sentire tutto il cazzo nella figa “da quanto eri in astinenza, stai godendo? “ – “pompami fammelo sentire tutto dentro, dai spingi, spingii“. si muoveva come un’indemoniata, la figa era già piena dei suoi umori vaginali…povero cazzo navigava in quel caldo lago
“ti piace anna, ti faccio male?“ il suo fu un urlo strozzato “pompami, pompami ma fammi godere, voglio solo godereee“. forse era stanca appoggiò le spalle sul letto ma in quella posizione i coglioni erano contro il suo culo, era una calamita. sfilai il cazzo e tenendo le chiappe ben aperte l’inculai senza tanti complimenti “ahhh che maleee, no nel culo nooo“ ma senza ascoltarla la pompai delicatamente, ormai era dentro
“cerca di rilassarti, allarga bene le gambe ” le tenni le natiche bene aperte, me l’inculavo con tutta la delicatezza possibile e quando la sentii rilassarsi aumentai pian piano le penetrazioni anali ”ti faccio male?“ scosse la testa,o rmai il suo culo era mio. la montai con passione , la sentivo sbuffare ma si muoveva godendo.. “ anna vengo , vengooo “ la tenni stretta contro me sparandole e sborrandole in culo tutto il mio piacere.. sentivo i muscoli rettali stringere spasmodicamente il cazzo… “ ti è piaciuto anna?“ il suo respiro era asfittico ma sussurrò un “sì sììì, che bella inculata“. sfilai il cazzo raccogliendo con un asciugamani i nostri umori, l’adagiai sul letto, mi misi accanto a lei ed alzai le coperte.
“avevo un gran paura di sentire dolore ma sei stato delicato“ le baciai le tette, l’accarezzavo, la coccolavo. mi fece stendere, mi venne a cavallo, il suo viso era disteso e felice “ti ho fatto male?“ con un sorrisetto
“è la prima volta che lo prendo nel popò avevo una gran paura ma mi è piaciuto ” la strinsi a me baciandola a lingua in bocca. ci metteva tutta la sua passione; le misi un dito sul foro anale…strinse le chiappe “non voglio farti male, rilassati. si stese su di me a pelle di leopardo e si lasciò visitare l’orifizio anale…
”anna a casa non ti aspettano? vuoi avvisarli che sei un buone mani?“ mi diede un bacio con le sole labbra “vorrei fare ancora qualcosa se non sei stanco“. la lasciai sul letto e preparai il caffè.
L’aroma la fece scendere dal letto, camminava nuda ancheggiando ma con molta grazia “come sei bella, nuda sei splendida“ si sedette sulle mie gambe ”e tu sei bello caldo “ il contatto con il suo corpo mi eccitò, presi il viso tra le mani baciandola…mi fece stendere sul letto e si sedette sul mio addome sfregando la fighetta…aveva trovato pane per….la sua figa misi una falange in figa titillandola , un sorriso le illuminò il viso “ gigi se fai così mi fai venire voglia di far l’amore“. la mia fantasia m’ispirò un nel 69 ma anna lo sapeva fare ? però mi aveva già spompinato ed io le avevo già succhiato e leccato la figa perciò…con quel pensiero il cazzo era bello in tiro; anna lo guardò con un dito lo fece oscillare, mi stesi invitandola venirmi a cavallo “ hai provato a fare il 69?“. la vidi arrossire, le accarezzai il viso “è facile tu succhi, io lecco ed il gioco è fatto ” a gambe larghe mi venne a cavallo. accarezzava il petto “la tua fantasia è senza limiti” – “mi piacciono le belle donne e tu sei molto bella e desiderabile. mettimi la pipetta sulla bocca“ da come si sistemò l’aveva già fatto. prese in mano il sacchetto e si dedicò al cazzo con la bocca.
La sua lingua lo avvolgeva e con una manina lo scappellava lentamente; il piacere che mi trasmise mi fece succhiare la figa e strapazzare il clito. prendemmo un ritmo indiavolato: che risucchi ed io che leccate. quando sentì il cazzo “pronto per il lancio“ strinse le labbra e si gustò una bella sborrata…la sua figa super eccitata scaricò sulle mie labbra il suo succo caldo e amarognolo, eravamo stanchi ma appagati. mise una gamba sul mio corpo, le ore erano volate le chiesi se voleva rinfrescarsi “se vuoi fare la doccia ci sono degli accappatoi“ pigramente si alz , ne prese uno e con un viso da porcellina “non riesco a lavarmi bene la schiena, mi aiuti?“.
che domanda ingenua: l’asciugai, si rivestì, si truccò “oggi credevo proprio di annoiami ma mi hai regalato un bel finale di giornata“.
contenta lei di averlo preso anche nel culo…


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